La guerra piace solo agli imperialisti, orientali ed occidentali


La Chiesa è inattaccabile sulla guerra, che ripudia come metodo per la risoluzione delle controversie tra Stati. Da oltre un secolo tutti i Papi che si sono succeduti sul soglio di Pietro hanno fermamente condannato i conflitti armati.

Il 1° Agosto 1917 Papa Benedetto XV scrive una Nota rivolta “alle Potenze Belligeranti”, in cui la guerra, che dal 1914 sconvolge l’Europa, è definita “inutile strage”.

Alla guida della Chiesa alla vigilia della seconda guerra mondiale, Pio XII lancia appelli per la pace nel Marzo e nell’Agosto del 1939 e, poco dopo l’inizio del conflitto, condanna l’invasione russo-tedesca della Polonia.

Nell’Ottobre 1962 il mondo è sull’orlo della terza guerra mondiale con la crisi di Cuba. Nell’isola caraibica Mosca ha installato missili in grado di colpire gli Stati Uniti, su espressa richiesta del leader Fidel Castro.

Il presidente americano J. Fidgeral Kennedy ha già mobilitato le forze armate ed è pronto a colpire Cuba e le navi russe che stazionano al largo dell’isola.

Mosca e Wshington hanno interrotto i rapporti; le diplomazie non dialogano più; si attende il via alle operazioni militari. Il Presidente statunitense chiede, come ultimo tentativo, l’intervento di Giovanni XXIII (nella foto d’archivio di Chiesa di Milano) che, alle ore 12 del 25 Ottobre, lancia un radiomessaggio in francese.

Papa Roncalli, richiamando «ai gravi doveri coloro che hanno la responsabilità del potere», dice tra l’altro: «Con la mano sulla coscienza, che ascoltino il grido angoscioso che, da tutti i punti della terra, dai bambini innocenti agli anziani, dalle persone alle comunità, sale verso il cielo: Pace! Pace!”.

Noi rinnoviamo oggi questa solenne implorazione. Noi supplichiamo tutti i Governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanità. Che facciano tutto quello che è in loro potere per salvare la pace. Eviteranno così al mondo gli orrori di una guerra, di cui non si può prevedere quali saranno le terribili conseguenze».

Tra il 26 e 27 Ottobre le diplomazie tornano a dialogare. Il pericolo di guerra con uso di armi atomiche è scongiurato. I russi ritireranno i missili e gli statunitensi s’impegneranno a non destabilizzare il potere comunista instaurato dalla dittatura di Castro.

Nell’imminenza della Guerra del Golfo Persico (1990-91) san Giovanni Paolo II interviene ripetutamente per scongiurare il conflitto presagendo che anche qualora la coalizione internazionale avesse prevalso, come di fatto avvenne, ne sarebbero derivati estremismi devastanti.

In uno dei tanti discorsi Papa Wojtyla afferma: «Io appartengo a quella generazione che ha vissuto la seconda Guerra Mondiale ed è sopravvissuta. Ho il dovere di dire a tutti i giovani, a quelli più giovani di me, che non hanno avuto quest’esperienza: “Mai più la guerra!”, come disse Paolo VI nella sua prima visita alle Nazioni Unite».

Papa Francesco, ricorda l’agenzia Vatican News, a partire dal 13 marzo 2023 fino ad oggi, «ha lanciato oltre 150 appelli per la “martoriata” Ucraina e più di 60 per un cessate il fuoco in Medio Oriente, accompagnati dall’invito ai capi delle Nazioni a “sforzi creativi” per una “pace giusta e duratura” e al “coraggio del negoziato”, sempre mossi dalla angoscia di vedere l’umanità attraversare “un’ora buia”».

È straordinariamente sorprendente la sintonia dei vertici militari, almeno quelli italiani, con l’atteggiamento di Papa Francesco. I generali sono consapevoli di che cosa significhi una guerra, proprio perché sono in grado di farla e quindi la detestano.

Per questa ragione si sforzano di far comprendere alle opinioni pubbliche il significato della frase latina “si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra).

Ci si arma non per aggredire ma per dissuadere chi ci è ostile. La pace non è impossibile; a patto che si frenino gli imperialismi. Tutti, gli imperialismi, d’Oriente e d’Occidente.

È ciò che chiede Papa Francesco così come hanno fatto i suoi predecessori dell’ultimo secolo.

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